PET MARKETING: perché?
Cambiare per vincere in un mercato animale nel dopo Covid-19
Competere in un “mercato animale” sarà una missione da supereroe
Per aumentare il fatturato, acquisire nuovi clienti, fidelizzare quelli esistenti, sostenere i margini e ridurre i costi della gestione operativa, le aziende dovranno sviluppare un Pet Marketing Figitale, fisco e digitale al contempo, innovativo, sfidante, ispirato dal comportamento animale, basato su strategie integrate, strumenti performanti, un approccio diverso al cliente, all’analisi dei dati, alla comunicazione, al marketing ed alla vendita.
Il Pet Marketing (se preferisci Marketing Animale) si ispira agli amici animali, alle loro innate abilità naturali, come ascoltare, annusare, osservare, analizzare, interpretare ed agire.
E poco importa che tu produca crocchette per cani, vino biologico, alimenti vegani, cosmetici naturali, abbigliamento per neonati, siti web o case sull’albero …
Se avrai la volontà e la capacità di “cambiare pelle”, di trasformare il cambiamento in opportunità, di innovare la tua Organizzazione, di ispirare la tua Comunicazione, il Marketing, le Vendite, il Servizio Clienti al comportamento ed ai valori degli amici animali, non dovrai temere niente e nessuno.
Potrai lavorare a coda alta, ottenere risultati CANtastici senza precedenti e consolidare un vantaggio competitivo difficilmente attaccabile dai tuoi “concorrenti animali”.
Ti sei mai posto le seguenti domande?
PET MARKETING: per chi?
A scuola di business dagli amici animali
Statiamo subito un falso mito: il Pet Marketing, ovvero il marketing ispirato dal comportamento e dai valori dei nostri amici animali, non si applica esclusivamente alle aziende operanti nel settore Pet.
Diversamente da quanto si possa immaginare o semplificare, il Pet Marketing si applica alle aziende di qualsiasi settore e dimensione, dalla produzione, alla distribuzione, ai servizi, tanto si parli di B2B quanto di B2C.
I fatti parlano chiaro. Salvo casi eccezionali, non esistono settori dove gli animali non siano direttamente o indirettamente coinvolti: nutrizione, ristorazione, accoglienza, viaggi e vacanze, tempo libero, trasporti pubblici, assicurazioni, medicina, farmacia, igiene, cosmetica, elettronica di consumo, moda, design, giocattoli, servizi di consulenza, formazione, assistenza, solo per citare alcuni esempi evidenti.
E’ forse un caso che i nostri amici cani e gatti siano diventati i veri “mattatori del web e dei social” e che i loro contenuti, le loro immagini, i loro video, generino più traffico della pornografia e del gioco d’azzardo messi insieme? Assolutamente no! La fortuna sarà forse cieca ma gli animali ci vedono benissimo ed il loro fiuto non mente.
Un grande cambiamento culturale ha in pochi anni trasformato gli amici Pets da animali da cortile a veri membri della famiglia. I loro ex proprietari sono diventati “genitori”, sempre più attenti, premurosi, informati, preparati, esigenti, selettivi nelle scelte di acquisto e sempre più sensibili verso il Pianeta e gli animali che in esso vivono. Si sono trasformati in “Pet Parents” ed oggi rappresentano uno dei segmenti di mercato a più elevato trend di crescita a livello planetario.
Come dimostra una survey condotta da Dogfather su 101 realtà Milanesi del settore Ho.Re.Ca, in previsione di Expo 2015, le aziende di vero pedigree hanno compreso come un Marketing etico e genuinamente Pet Friendly, permetta di consolidare un vantaggio competitivo significativo per competere e vincere in un “mercato animale”, migliorando al contempo immagine, reputazione e risultati di gestione.
E’ così che il Marketing tradizionale si è trasformato in Pet Marketing.
Ed ora è arrivato il momento di “mettere 4 zampe motrici” (anche) alla tua azienda!
PET MARKETING: un approccio innovativo “a 4 zampe”
Dai più potenza alle PETformances della tua “azienda animale”
Hai mai notato quanto i nostri amici Pet ci ascoltano, annusano, osservano, analizzano, quanto sono in grado di interpretare correttamente ogni nostro segnale ed agire di conseguenza, adattando il loro comportamento ai nostri più diversi stati d’animo?
Hai mai pensato quanto le abilità naturali degli animali potrebbero “farti comodo” per migliorare le tue PETformances personali e professionali in un contesto dove le tecnologie Web e Social hanno determinato un “cambiamento animale” senza precedenti e sconvolto la vita di ognuno di noi, a prescindere da settore e dimensione della nostra attività?
In pochi anni sono cambiati i mercati, i concorrenti, i modelli di business e soprattutto il comportamento dei clienti, che da proprietari si sono trasformati in genitori di cani e gatti, in veri Pet Parents.
Ed è anche cambiato il loro modo di pensare, comunicare, valutare, decidere, acquistare ed influenzare la decisione di acquisto dei loro pari.
Queste persone con la “P” stanno gradualmente modificando il loro approccio alla vita. Più responsabili verso l’ambiente, verso i loro pari, verso gli animali, diventano ogni giorno più sensibili, più informate, più selettive. E questo è ancor più vero per le nuove generazioni, che ancor prima di valutare un prodotto od un servizio, prendono in esame la capacità di una azienda di essere responsabile socialmente, di operare in modo etico, di “metterci il cuore”.
Poco importa allora che tu sia un imprenditore, un manager, un libero professionista o uno “spacciatore di crocchette”. Competere e vincere in un “mercato animale” sarà sempre più difficile.
Serviranno nuove competenze, nuove strategie e nuovi strumenti, al limite della CANtascienza, “cose che noi umani a 2 zampe non potevamo nemmeno immaginare sino a pochi anni addietro”.
E qui si apre il gap tra “cosa fare e come farlo”, perché mai come prima, nella nostra vita professionale, non conteranno solo le idee ma saperle realizzare, “a guida sicura”, per affrontare con successo la sfida “Figitale”, ovvero un mondo dove fisico e digitale, online e offline, sono diventati una cosa sola.
PET MARKETING: COME FARLO?
Il cambiamento si cavalca e non si subisce
Il mondo sta davvero cambiando alla velocità della luce. Ed il nostro “mondo cane” sta (non a caso) evolvendo alla velocità del levriero.
Lo tsunami indotto da Covid-19 ha incredibilmente stravolto la nostra vita personale e professionale, inducendo un cambiamento senza precedenti.
Tutto sta cambiando: cambiano i mercati, i modelli di business, i concorrenti, i clienti, il modo di comunicare, promuovere, decidere, agire, misurare, vendere.
Chiamalo cambiamento, se preferisci innovazione, evoluzione, trasformazione, termini scolpiti nel DNA di ogni imprenditore e manager, di chi come te, ogni singolo giorno, combatte per adattarsi in modo liquido ad un mondo che cambia, a nuovi contesti, a scenari imprevedibili e situazioni travolgenti.
Ognuno di noi combatte mosso da obiettivi diversi quali ottimizzare l’efficacia dell’organizzazione, allargare la base clienti, aumentare il fatturato, crescere la marginalità, ridurre i costi di gestione, sviluppare nuovi prodotti, migliorare il servizio clienti, affrontare nuovi mercati e consolidare un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti.
Se stai leggendo queste righe significa che hai capito l’importanza del cambiamento e soprattutto quanto è importante la velocità del cambiamento e solo per questo ti meriteresti un bel “premietto”.
Ma sono certo che se stai ancora leggendo il motivo è un altro: ti stai preparando al prossimo grande cambiamento della tua azienda, un “balzo” epocale e per farcela ti serviranno nuove competenze, nuove strategie e nuovi strumenti “al limite della fantascienza”, roba che sino a pochi anni addietro noi umani a 2 zampe non potevamo nemmeno immaginare.
Forse anche tu hai la percezione che Netflix, Spotify, Amazon, Uber, Facebook, Booking, TripAdvisor, Whatsapp siano sempre esistiti, non è così? In soli pochi anni le tecnologie Web e Social hanno rivoluzionato completamente i mercati rendendoli quasi irriconoscibili, hanno stravolto i tradizionali modelli di business e soprattutto hanno trasformato il profilo dei clienti, il loro modo di comunicare, selezionare, decidere, agire, interagire e acquistare.
Questa se ci pensi bene è una grande opportunità che non ti puoi permettere di lasciare ai tuoi concorrenti. Ma attenzione agli errori di gioventù: stai per entrare in un campo di gara molto diverso da quello che ben conosci e dove le regole del gioco non sono ancora scolpite nella pietra.
PET MARKETING: GLI ERRORI PIU’ FREQUENTI
Quanti sforzi ogni giorno per gestire la tua azienda, acquisire nuovi clienti, mantenere quelli esistenti, fronteggiare la concorrenza, adattarti ad un mercato che cambia troppo velocemente?
Gestisci uno o più siti web, hai creato un blog, pubblicato un e-book, sei presente sui social network, hai attivato una newsletter settimanale ed un servizio di chat, investi in campagne tanto digitali quanto tradizionali, partecipi a fiere, organizzi eventi e webinar, formi e motivi la tua forza vendita, dialoghi con i media e gli influencer, i professionisti, le associazioni benefiche, le catene, i negozianti, gli shop on line, sino ad arrivare ai consumatori finali.
Ma ancora non basta!
I mercati cambiano alla “velocità del levriero” e così le strategie di Marketing tradizionale che funzionavano lo scorso anno potrebbero non essere più efficaci.
Anche le priorità, gli interessi, le esigenze ed i problemi dei dei “nuovi clienti” cambiano ogni giorno e ciò non può essere ignorato, ma al contrario studiato ed assecondato.
Non adattarsi al cambiamento per aggrapparsi con le zampe allo status quo è foriero di una morte sicura e spesso prematura.
La resistenza di molte aziende quando si parla di cambiamento tecnologico, è una delle cause che mette in crisi la comunicazione, il marketing, il commerciale ed in ultima istanza i risultati di conto economico.
Andiamo a scoprire “4 segnali a 4 zampe” che indicano la necessità di cambiare per non estinguerti.
Le tue decisioni non sono “data driven” ma “belly driven” ovvero guidate dal tuo “istinto animale”, dalla “pancia”, ma non dai dati e questo potrebbe rivelarsi un errore fatale.
Che si tratti semplicemente di decidere in quali orari postare su Facebook o Instagram, di individuare gli argomenti più “caldi” per il tuo blog, di rivedere il packaging del tuo prodotto, di scegliere un nuovo formato, di riposizionare i prezzi di vendita al pubblico su uno specifico canale, di lanciare una campagna promozionale efficace sul canale consumer, solo per fare alcuni esempi frequenti, i dati sono indispensabili per prendere la decisione giusta, al momento giusto, sul canale giusto per il “cliente giusto”.
Basarsi su dati generici, non rilevanti per il tuo business, per i tuoi obiettivi specifici, potrebbe condurre ad errori grossolani.
Immagina ad esempio di voler lanciare una nuova linea di cibo secco per cani in uno specifico stato Americano, a titolo di esempio la Florida. Ecco allora che utilizzare dati e ricerche che riguardano il mercato Italiano ti potrebbe portare decisamente fuori strada e sebbene tu abbia 4 zampe motrici, sul terreno dell’incertezza sarebbe meglio non spingersi, a rischio il successo del tuo progetto di internazionalizzazione.
Un altro aspetto essenziale è rappresentato dalla fonte e dalla autorevolezza dei dati. E’ incredibile come l’88% delle aziende prenda ciecamente per “buoni” dati e ricerche prodotti da terze parti, invece di raccogliere sul campo, dal proprio mercato, dai propri clienti, dalla propria nicchia, gli elementi fondanti della propria “intelligence”, senza ancora menzionare la sfida più grande per le aziende di tutto il mondo: l’intelligenza artificiale (su quest’ultimo tema mi sto ancora “facendo le ossa” ma te ne racconterò delle belle molto presto.
Il tuo approccio al cliente è “a stampino”.
Il concetto di personalizzazione è molto semplice: creare esperienze di acquisto uniche per specifici clienti, su canali specifici, in funzione dei loro interessi, delle loro preferenze, dei loro obiettivi o problemi.
Tutti “a tavolino” comprendiamo l’importanza strategica di lavorare in modalità “sartoriale”, tanto si parli di online quanto di offline, ma poi nella pratica molti brand sembrano incapaci di sfruttare questa grande opportunità, incapaci di interpretare le specifiche esigenze dei loro clienti, di “abbaiare” la stessa lingua e costruire prodotti, servizi, esperienze su misura per loro.
Analizziamo alcuni dati di fatto: il 44% dei consumatori reagisce negativamente quando il brand non compie alcuno sforzo per adattarsi alle loro specifiche esigenze, trattandoli come “un cliente qualunque”.
Al contrario sono molto più portati all’acquisto quando il brand compie lo sforzo di riconoscerli, informarli, educarli ed infine fornire soluzioni pensate e costruite appositamente per loro.
E’ evidente come utilizzare dati generici non ti permette di personalizzare. Ma raccogliere informazioni e trasformarle in dati utili per il tuo business richiede un grande salto culturale e strumenti tecnologici che sino a pochi anni addietro erano “CANtascienza”, primi tra essi gli strumenti di Web e Social Listening.
La tua strategia social è esclusivamente promozionale.
I social media sono un mezzo CANtastico per connettersi con i potenziali clienti, per conversare con loro, per capire cosa li muove, cosa cercano, come parlano, quali obiettivi perseguono, di cosa hanno paura, quali problemi vogliono risolvere.
Ma è davvero un attimo perderli per strada e compromettere la reputazione del brand a causa di un cattivo utilizzo dei canali social.
Le aziende Italiane sono molto più inclini ad utilizzare i social esclusivamente come strumento commerciale, promozionale e pubblicitario.
Triste ma vero, questo approccio troppo “marketing” e poco “friendly” ti porterà a perdere per strada circa la metà della tua audience potenziale.
Il motivo di ciò è semplicissimo: i clienti hanno una prospettiva diametralmente opposta alla tua quando si parla di social network, un luogo dove si possono esprimere, confrontare con i loro pari e comunicare “alla pari” con il resto del mondo.
E ciò è ancora molto più forte in settori “sensibili” come il Pet, il Vegan, il Biologico, la Naturopatia (solo per fare alcuni esempi legati da un unico filo), dove milioni di persone vogliono per prima cosa capire, imparare, condividere, criticare, ma non necessariamente comprare qualcosa da te.
Si hai capito bene: 1 persona su 3 si aspetta di dialogare con il tuo brand, di fare domande o di esprimere critiche.
Cosa aspetti allora? Costruisci la tua strategia social per ingaggiare, generare nuovi contatti, creare relazione, richiedere feedback, gestire le critiche e lascia perdere la promozione.
Fai tua questa semplice lezione, fallo con passione e attenzione per ogni singolo contatto e potrai crescere il tuo fatturato in modo strabiliante. Provare per credere!
Il tuo unico valore è il prodotto
In questo “mondo animale” ci sono “aziende che seguono il gregge ed altre che vanno contro corrente”. Canali tradizionali e canali digitali. Marketing conservativo e Pet Marketing innovativo. Aziende orientate esclusivamente al profitto, altre orientate a produrre benefici per i propri clienti.
Tanto le prime quanto le seconde possono definirsi aziende, ma quello che fa davvero la differenza per i loro brand, ciò che lascia un segno nel tempo e nel cuore del pubblico, sono i valori, i tuoi veri valori.
Te l’ho già detto un sacco di volte ed “abbaiato in tutte le lingue del mondo”.
I Pet Parent, gli amici degli animali e del pianeta, vogliono solo il meglio, tanto per se stessi quanto per i loro compagni di vita, il che si traduce in salute, felicità e longevità a 2 e 4 zampe.
E se tu sarai in grado di dare loro le soluzioni che vogliono e meritano (e non parlo dei soli prodotti!), se la tua immagine, la tua reputazione, il tuo comportamento, la tua etica, la tua onestà, le tue competenze, il tuo impegno sociale li convinceranno nei fatti e non solo nel Marketing, allora saranno proprio i tuoi stessi clienti a promuovere il tuo brand, a trasformarsi in “ambasciatori della tua azienda” e generare nuove opportunità di business portandoti nuovi clienti.
In conclusione una strategia di Pet Marketing di stampo tradizionale, conservativa (o ancor peggio miope ed obsoleta) può avere un effetto drammaticamente negativo sulla tua comunicazione, sul tuo marketing, sulla tua immagine, sulla tua reputazione ed infine sul tuo conto economico.
Ignorare i trend emergenti, i cambiamenti di mercato, le nuove esigenze dei clienti, le loro preferenze ed i nuovi paradigmi del “phygital” può portarti velocemente alla deriva, fuori mercato e senza via di ritorno.
Numerosi brand hanno già scontato il prezzo degli errori della “vecchia scuola”, un motivo in più per metterti in discussione, trasformarti e rivedere i fondamenti del tuo Pet Marketing, mettendo il cliente al centro ed i tuoi valori al suo servizio.
IL PET MARKETING IN PILLOLE
E-Commerce
Quante notti insonni “hai contato le pecore” nel tentativo di decidere quali canali di vendita utilizzare per valorizzare al meglio il tuo brand e migliorare al contempo i risultati di vendita?
Puoi tranquillizzarti: questo è uno dei temi più caldi per il Pet Marketing di ogni azienda, di qualsiasi settore e dimensione. Noi hai idea di quante volte mi sono sentito chiedere:
- Meglio vendere direttamente oppure attraverso distributori?
- Meglio il canale specializzato o le grandi catene?
- Meglio distribuire esclusivamente sul canale fisico oppure affrontare la sfida della vendita online?
- Meglio attivare un proprio sito di E-Commerce oppure optare per i marketplace?
- Amazon, Ebay o Zooplus?
E pensare che solo una decina di anni addietro, numerosi “addetti ai lavori” dei settori Pet, Food, Wine (solo per citare alcuni “simpatici esempi”) sostenevano che l’e-commerce in Italia non avrebbe mai funzionato.
Ma ancor più grave, alcuni “super esperti di settore” lo hanno sostenuto sino a pochi mesi addietro, rinunciando ai benefici di una leva di Pet Marketing imprescindibile per lo sviluppo economico della propria azienda.
Covid-19 ha impartito una dura lezione ai detrattori dell’e-commerce.
Lasciamo da parte le opinioni e guardiamo ai fatti! I dati ci dicono in modo cristallino che il commercio elettronico (anche in Italia) è in crescita costante da ormai 10 anni e nel “dopo Covid” assisteremo ad una diffusione massiccia della vendita online, che non lascerà campo alle “opinioni” più miopi e conservatrici.
Ma non ti basterà pubblicare un catalogo online per vendere online I 4 elementi elementi critici di successo saranno:
SCOPRI I BENEFICI DEL PET E-COMMERCE ED UN CASO DI SUCCESSO NEL SETTORE PET
Phygital
Se come me sei nato analogico, un bel giorno ti è spuntata la “coda digitale”, una estensione della tua vita fisica, una dimensione che gradualmente è diventata sempre più presente, importante, critica e strategica.
E senza che te ne accorgessi, la comunicazione con il mondo esterno, le relazioni con i tuoi clienti, i tuoi progetti, il tuo lavoro, si sono prima ibridati con la rete e successivamente spostati nella rete.
Se invece sei un cucciolotto nato nell’era digitale, Web e Social rappresentano la tua realtà prevalente e tutt’altro che “virtuale”.
Il mondo fisico è una mera conseguenza naturale di abitare un corpo fisico, fatto di carne ed ossa anziché di Bit. Altro che generazione X, i Millennials oltre ad una coda fisica possiedono “4 zampe motrici” che li rendono molto più funzionali, efficaci ed in grado di competere in un mondo animale, motivo in più per scommettere su di loro.
Ma scommetto che per la tua azienda l’obiettivo principe rimane sempre lo stesso e poco importa che il mondo, la cultura, i clienti siano analogici o digitali.
Il tuo obiettivo è quello di acquisire nuovi clienti, mantenerli nel tempo, rendendoli sempre più fedeli e trasformarli in promotori naturali del tuo brand.
E’ necessario che tu colga una sfumatura molto sottile che vale (almeno) 1 milione di dollari e che potrai fare tua in meno di 1 minuto di lettura: vita reale e relazione digitale non sono più due mondi paralleli, sono al contrario due dimensioni convergenti, che si alimentano e potenziano a vicenda e dalla cui fusione possono derivare notevoli benefici.
L’emergenza Covid-19 ha dimostrato tutti i limiti del business fisico che ha subito una battuta d’arresto senza precedenti. E così una fetta consistente di vendite fisiche si è spostata sul digitale, un processo irreversibile che cambierà (anzi ha già cambiato) gli scenari del commercio mondiale.
Stiamo andando verso l’omnicanalità più totale, un processo che era già in atto ma che “per colpa di Covid” ha subito un balzo in avanti di almeno 5 anni.
Crisi e isolamento hanno fatto crollare le barriere verso l’acquisto online che ha rilevato numeri senza precedenti nella storia del Belpaese.
Il 75% di chi ha comprato online nel mese di marzo 2020 lo “faceva per la prima volta”: 2 milioni di nuovi e-shoppers, solo in Italia. Numeri che non necessitano di alcuna spiegazione.
Contenuti
Adesso che abbiamo capito l’importanza di essere presenti online e offline contemporaneamente ed in modo integrato, è ora di farsi una nuova domanda fondamentale:
come hanno fatto cani e gatti a diventare in pochi anni i veri dominatori del web battendo sul campo il traffico generato da pornografia e gioco d’azzardo?
Con i contenuti naturalmente o se preferisci con i “CANtenuti”.
Eppure molte aziende sono ancora convinte che il loro vero valore sia rappresentato dai prodotti o dai servizi, senza rendersi conto di essere fuori strada. Non si spiegherebbe come aziende prive di prodotti o servizi validi ma ricche di contenuti siamo popolari su Web e Social e siano le più “googolate” ed apprezzate.
La risposta si chiama Content Marketing, ovvero l’arte di produrre e condividere contenuti di valore che rispondano alle esigenze, interessi o problemi dei Pet Parents, delle loro buyer personas, con lo scopo di acquisire nuovi clienti e mantenere quelli esistenti.
Inbound
Abbiamo capito quanto possedere dei buoni contenuti sia (quasi) più importante di possedere buoni prodotti.
Ma adesso dobbiamo capire come utilizzarli e soprattutto come farne “buon uso” per andare a risultato, per fare business.
Se tuttavia per contenuti hai ancora in mente la pubblicità, sappi che non stiamo “abbaiando” la stessa lingua.
La pubblicità è morta. Quel fenomeno invasivo che ci ha disturbato per una vita ha lasciato il passo ad un nuovo modo di comunicare, “abbaiare”, promuovere e “vendere senza vendere”.
Pensa a cosa fa il tuo cane quando ha fame, quando vuole giocare o uscire per una passeggiata: mette in atto una comunicazione efficace, persuasiva, mirata ad ottenere per prima cosa la tua attenzione, ovvero la condizione necessaria per ottenere quello che vuole e come conseguenza naturale andrà a risultato.
E soprattutto il tuo cane (che è un “venditore nato”) si comporterà in maniera diversa con te, tua moglie o i tuoi figli, perché conoscendovi sa bene che ognuno di voi è una persona diversa e pertanto si comporterà in maniera diversa.
Credimi: il tuo problema non è diverso da quello di altre aziende del tuo settore o di altri settori.
Che si parli di cucina casalinga per cani, ristoranti vegani, automobili ibride, criptovalute, centri massaggi, giochini per adulti, viaggi religiosi, formazione aziendale, case domotiche, robot dotati di intelligenza artificiale, “i mercati sono conversazioni infinite”, ma il tuo tempo (sfortunatamente) è una risorsa finita.
Ogni giorno investi tempo e soldi per allargare e mantenere le tue connessioni, ma sei davvero in grado di capitalizzare questo sforzo e trasformare semplici contatti in clienti, nel tempo più veloce, al costo inferiore, creando al contempo i presupposti di una relazione duratura?
Che tu produca vino, viti, valvole, ville, violini, ventose o vibratori, il problema è sempre lo stesso: il tempo è un Vampiro che può succhiare tutte le tue risorse.
Pensaci bene. Quanto tempo (e soldi) ti costa acquisire un nuovo cliente dal momento in cui lo attrai, incontri, conosci, incuriosisci, informi, sino al tanto sospirato primo acquisto?
E cosa farai successivamente per mantenere “calda” la relazione e condurlo al riordino periodico?
Cosa e come farai per impedire che il tuo cliente passi alla concorrenza per un punto percentuale di sconto in più, per una differenza ridicola di listino, per una promozione sottocosto, per un qualsiasi elemento di servizio in più, per un “incentivo” o ancor peggio alla prima difficoltà o incomprensione?
La risposta è sempre la stessa e per tutti: Inbound Marketing, una strategia Phygital di Pet Marketing basata sull’attrarre “Personas”, ovvero persone interessate ai nostri prodotti e servizi, avvicinarli al brand attraverso contenuti di valore e trasformarli prima in clienti e successivamente in promotori naturali, per “vendere senza vendere”, senza mai inseguirli od interrompere quello che stanno facendo.
Funnel
Abbiamo capito come le conversazioni e le relazioni siano la chiave per sviluppare e consolidare il tuo business.
Ma per trasformare opportunità in clienti, è necessario accompagnare per mano i tuoi contatti, passo dopo passo, zampa dopo zampa, nel corso del loro viaggio, ciò che gli “animali del marketing” definiscono “customer journey”, regalando loro una esperienza memorabile, la famosa “customer experience”, finalizzata a compiere un’azione specifica, quella che noi geek chiamiamo “call to action”.
Troppi “inglesismi”? Perdonami! Te lo racconto con una “classica scenetta” che mi trovo spesso a vivere: “Come è andata quella fiera? Benissimo! Hai raccolto molti contatti? Tantissimi! É stato un successo? Un enorme successo! E cosa é “successo” dopo la fiera? Silenzio di tomba.
Lo abbaio inutilmente in tutte le lingue del mondo da parecchi anni. Le nostre azioni devono essere funzionali ovvero mirate e costruite ad ottenere una specifica azione da parte del tuo pubblico.
Una qualsiasi attività senza “call to action” é un investimento senza obiettivo, per definizione inutile e ingiustificato.
E adesso chiediti: la tua azienda si può davvero permettere di investire pro bono e senza averne un ritorno?
Se la risposta è no, è arrivato il momento di “uscire dal tunnel ed entrare nell’imbuto”.
Marketing Automation
Se é vero che l’85% delle persone si informa on line prima di acquistare e che il 90% abbandona un brand per mancanza di attenzione, risposte o servizio da parte del vendor, ciò significa che la tua azienda dovrebbe essere attiva e presente 24/7, 365 giorni l’anno, senza mai dormire.
Benvenuto nel CANtastico mondo della Marketing Automation, uno strumento imprescindibile allo scopo prenderti cura dei tuoi clienti a 2 e 4 zampe, comunicare con loro e rispondere alle loro esigenze “anche quando dormi”.
No non sto parlando di magia nera ma di strumenti impensabili per una azienda sino a pochi anni addietro.
E ora permettimi di essere molto diretto senza giri di parole: tutto quanto ci siamo raccontati nelle 4 pillole precedenti sarebbe scarsamente attuabile senza il supporto della tecnologia.
Ancor prima di essere una tecnologia, la Marketing Automation è una strategia che può rivoluzionare il tuo modo di lavorare, qualcosa di assolutamente impensabile sino a pochi anni addietro, in grado di automatizzare azioni che non avresti mai il tempo e le risorse per eseguire manualmente.
Potrai così migliorare le tue PETformance, guadagnare di più e risparmiare risorse economiche da utilizzare per far crescere la tua azienda e pensare in grande, come i più grandi.
Ma attenzione: non stiamo parlando di un “giochino tecnologico”, di una “scatola magica” o di una “sfera di cristallo”.
La Marketing Automation è innanzitutto strategia, visione, chiarezza di obiettivi ed efficacia operativa. Metti insieme queste 4 variabili e potrai dotare la tua azienda di “4 zampe motrici” per consolidare un vantaggio competitivo significativo rispetto ai tuoi concorrenti.
Seo
Che ci piaccia o no l’85% delle persone prima di comprare un prodotto o servizio si informa online attraverso i motori di ricerca (ma questo credo di avertelo già detto più di una volta).
Ecco perché diventa molto importante “fare SEO” (Search Engine Optimisation) che tradotto in Italiano significa “Ottimizzazione per i motori di ricerca”, in parole più semplici farsi trovare prima dei tuoi concorrenti su mamma Google, il motore di ricerca più utilizzato in Italia, Europa e Nord America.
Ma lasciamelo dire francamente: il SEO è davvero “una brutta bestia”.
Parliamo di un insieme di strategie ed attività di ottimizzazione volte ad aumentare la visibilità di un sito web, migliorare il posizionamento organico dei suoi contenuti (ovvero quelli non a pagamento) per raggiungere i primi posti sui motori di ricerca.
Mi piace definire il Pet SEO Writing come l’arte di “scrivere da cani” o meglio la capacità di generare contenuti di tutto “pedigree” ed “a coda lunga” che siano di utilità per gli utenti web (da un lato) e considerati dunque autorevoli secondo le regole e gli algoritmi di “mamma Google” (dall’altro).
Come potrai ben capire il SEO è una attività che non può essere improvvisata e che richiede competenze specifiche.
SCOPRI COSA FARE E COME FARE PER COGLIERE I BENEFICI DEL SEO
Video
Lo sapevi che i gatti sono gli intrattenitori più esileranti del pianeta web e non esiste pornostar che possa competere con loro video?
Il vecchio detto “tira di piu’ un pelo di xxxx” in epoca moderna si sposta a favore del pelo del gatto! GATtastico vero?
Ma perché i video funzionano così tanto? Hai mai pensato di “farlo con un video”? Non fare quel sorrisino! Non mi riferisco alle tue attività extra curriculari e professionali, ma al Pet Marketing della tua azienda.
In pochi anni Web e Social hanno modificato il profilo delle Persone, siano esse amanti degli animali, del buon cibo, del buon vino, dello sport, dei viaggi, dell’arte, del design, della moda, delle auto, delle moto, dell’elettronica o di quello che preferisci.
La tecnologia ha letteralmente rivoluzionato il loro modo di ascoltare, comunicare, interagire, influenzare, decidere e acquistare.
Non è un caso che i video siano diventati lo strumento di comunicazione e Pet Marketing più efficace, grazie alla capacità di coinvolgere i sensi, imprimere concetti nella mente delle persone ed aumentare la partecipazione emotiva del pubblico.
E allora dimmi perché non lo stai ancora facendo?
Social
Alza le orecchie e ascolta bene quello che ti sto per dire: “i nuovi mercati sono conversazioni” e se impari ad ascoltare prima di parlare, puoi acquisire un vantaggio competitivo significativo rispetto ai tuoi concorrenti!
Pensaci bene: in pochi anni siamo diventati tutti “pubblicamente estroversi”, condividendo sui social network (in barba alla nostra stessa privacy) le nostre vite, i nostri pensieri, le nostre idee, i nostri viaggi, le nostre disavventure, le nostre immagini, i nostri video.
Incredibilmente solo poche aziende hanno compreso come i social siano il luogo migliore per ascoltare, comprendere, analizzare, interpretare, profilare, avvicinare, influenzare, fidelizzare, i propri clienti.
I fatti ed i numeri parlano sempre chiaro: il 90% delle aziende è presente su uno o più social, spesso in modo improvvisato, senza obiettivi precisi, senza una strategia, senza competenze specifiche, senza contenuti strutturati e senza un piano editoriale, nel tentativo di fare rumore e accaparrarsi con le unghie micro momenti di attenzione del pubblico.
La maggior parte delle aziende concepisce i Social come un megafono per parlare esclusivamente di sé.
Solo poche aziende invece utilizzano i Social per ascoltare quello che si dice in rete sul loro brand, sulla loro reputazione, mercato, concorrenti, per scoprire quello che non sanno, per intercettare le conversazioni che contano, come le obiezioni, le critiche, i desideri, le esigenze, le paure, i problemi delle Buyer Personas e trasformare questi “sentimenti” in azioni di comunicazione e Pet Marketing.
Referral
A proposito di social: le recensioni positive hanno un potere incredibile nello stimolare la decisione di acquisto di nuovi potenziali clienti, così come quelle negative hanno invece la capacità di farli scappare a zampe levate.
Non chiamiamole referenze ma passaparola, la forma di promozione (ancora) più efficace da cui una azienda possa trarre soddisfazioni da CANtascienza. Ma perché funzioni alla grande, questo “cavallo selvaggio” deve essere domato, guidato e organizzato al meglio.
Il passaparola è la più antica, economica ed efficace forma di pubblicità del mondo, anche nella digital economy e soprattutto nei settori Pet, Veg, Food, Wine, Fashion, Design, Travel, solo per fare alcuni esempi, mondi sempre più “connessi” dove le relazioni, le conversazioni, i suggerimenti tra milioni di utenti di tutto il mondo valgono molto più di pubblicità milionarie.
I clienti soddisfatti hanno un valore inestimabile e la capacità della tua azienda di trasformarli in promotori naturali, in influenzatori della decisione di acquisto di altri potenziali clienti, in “ambasciatori” del brand, è una leva strategica di Pet Marketing incredibilmente sottoutilizzata, una opportunità che la tua azienda non può permettersi di lasciare ad altri.